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Una formazione e un'incorporazione progressive

3. Una formazione e un’incorporazione progressive

96. Le varie fasi della formazione
che il candidato percorre
non sono soltanto delle tappe cronologiche
con scadenze prestabilite;
esse indicano piuttosto la crescita
verso una maturazione umana e spirituale
della persona,
e una presa di coscienza progressiva
degli impegni inerenti alla vita religiosa.

Attraverso queste diverse fasi,
il candidato s’inserisce
sempre più profondamente
nella vita della Congregazione;
così essa può valutare le attitudini del candidato
alla nostra vita religiosa.

a. I Direttori provinciali precisino l’età minima e le altre condizioni richieste per l’ammissione alle diverse tappe di questo inserimento nella nostra vita religiosa, tenendo conto delle prescrizioni del diritto universale. Per le modalità di questo inserimento, si seguiranno le direttive della Chiesa e del Direttorio generale.

b. Spetta al Superiore provinciale ammettere al postulato e, col voto deliberativo del suo Consiglio, ammettere i postulanti al noviziato, i candidati alla prima professione, alla rinnovazione e alla professione perpetua, come pure ai ministeri e agli ordini sacri.



97. Ordinariamente durante un periodo forte,
il tempo del Postulato,
il candidato chiarirà la sua fede
con una catechesi approfondita.

Egli si adatterà
spiritualmente e psicologicamente
al nuovo stile di vita,
che la vita religiosa comporta.

Sarà aiutato a liberarsi
dai condizionamenti umani e psicologici
che gli impedirebbero di fare
una scelta libera e responsabile della sua vocazione.

Spetta al Superiore provinciale la decisione di dimettere un candidato riconosciuto inadatto. Dal canto suo, il postulante resta sempre libero di interrompere il postulato.



98. Il tempo del Noviziato
costituisce un periodo privilegiato di iniziazione
alla vita religiosa nella nostra Congregazione.

La formazione dei novizi è affidata specificamente
a un Maestro dei novizi,
religioso professo di voti perpetui,
nominato dal Superiore provinciale
col voto deliberativo del suo Consiglio,
secondo le condizioni richieste dal Direttorio generale.

I novizi si impegneranno in un’esperienza
di vita comunitaria ed evangelica;
saranno iniziati alla pratica dei consigli evangelici.

a) Spetta al Superiore generale, col consenso del suo Consiglio, la decisione di erigere, trasferire e sopprimere la casa del noviziato.

b) Il noviziato, compiuto in questa casa, per essere valido deve avere una durata di almeno dodici mesi. Un’assenza di tre mesi continui o interrotti lo rende invalido. Un’assenza di oltre i quindici giorni deve essere supplita.

c) Per quanto riguarda l’abito nell’Istituto, ci si conformerà al diritto universale.

d) Dopo aver consultato il suo Consiglio, il Superiore provinciale può eventualmente prolungare il tempo del noviziato, per una durata che non supererà i sei mesi. In ogni caso il tempo del noviziato non può andare oltre i due anni.

e) In novizio resta sempre libero di abbandonare la Congregazione; può anche essere dimesso dal Superiore provinciale, col voto consultivo del suo Consiglio.



99. L’orientamento apostolico
è essenziale alla nostra Congregazione.
I novizi vi saranno sensibilizzati in modo particolare.
Una formazione religiosa adatta
e alcune forme concrete di apostolato
li aiuteranno ad acquistare
questo spirito apostolico.

Il Direttorio provinciale può prevedere l’opportunità, durante il noviziato, ma oltre i dodici mesi richiesti per la sua validità, di uno o più periodi di esperienza apostolica fuori della comunità del noviziato. Ne fisserà la durata e le modalità.



100. Al termine del noviziato
il novizio può essere ammesso
alla prima professione.

Con questo impegno, assunto per un anno,
egli è incorporato alla Congregazione
come uno dei suoi membri.

Un corso di esercizi di almeno cinque giorni
preparerà a questa prima professione.

Durante questo periodo di impegno temporaneo,
sostenuto dalla sua comunità
e dai suoi formatori,
egli proseguirà la propria formazione
nei suoi diversi aspetti,
e continuerà la ricerca
in vista dell’impegno definitivo.

Per la prima professione e per la professione perpetua, ci si servirà di questa formula, nella traduzione approvata dal Direttorio provinciale:

Ego, N.N., ad Dei honorem, firma voluntate impulsus intimius Ei in “hostiam suo amori dicatam” me consecrandi Christumque pressius tota vita sequendi, coram fratribus adstantibus, in manibus tuis, N.N., ad annum (vel perpetuam) castitatem, paupertatem, oboedientiam voveo secundum Constitutiones Congregationis Sacerdotum a Sacro Corde Jesu, et huic familiae me todo corde trado, ut Sancti Spiritus gratia, beata Maria Virgine adiuvante, in Dei Ecclesiaeque servitio perfectam persequar caritatem.

Per la rinnovazione, ci si potrà servire della stessa formula o della seguente:

Ad peculiarem gloriam Cordis Jesu Christi, Salvatoris mundi, ego, N.N., omnipotenti Deo vota mea castitatis, paupertatis et oboedientiae, secundum Constitutiones Sacerdotum a Sacro Corde Jesu, renovo.



101. La professione religiosa, anche se temporanea,
apre un periodo di vita consacrata,
creando, all’interno della comunità,
un legame particolare con Dio,
con la Chiesa e con la Congregazione.



102. La rinnovazione dei voti,
più che una semplice ammissione unilaterale,
costituisce un impegno,
frutto di una decisione personale
presa in collaborazione con la comunità.

L’intervento dei Superiori
nell’ammissione ai voti e agli ordini,
con i giudizi o i pareri che lo esprimono,
è un aiuto per colui
che continua la sua formazione.

Egli potrà così maturare, in maniera responsabile,
la sua personale decisione,
di fronte a Dio, alla Chiesa
e alla sua coscienza.

Per la validità della professione perpetua, l’età richiesta al candidato è di 21 anni compiuti, e il tempo richiesto di professione temporanea è di almeno tre anni e al massimo di sei. Ma il Superiore provinciale, con il consenso del suo Consiglio, può prolungare questo tempo fino a un massimo di nove anni.



103. La professione perpetua realizza
la consacrazione definitiva a Dio.
Per questo colui che la emetterà
dovrà aver raggiunto la maturità
che permetta una scelta tanto fondamentale
per la sua vita.



104. Ogni religioso ravviverà spesso, nella preghiera,
la coscienza d’essere consacrato a Dio;
nelle circostanze mutevoli della vita,
si chiederà come rispondere fedelmente
a questa consacrazione.

La qualità della nostra vita religiosa
e l’efficacia del nostro apostolato
dipendono, in gran parte,
dal nostro sforzo continuo
di adattamento e di rinnovamento.

Per crescere nella vita spirituale
e per rispondere
ai problemi sempre nuovi del nostro tempo,
tutti dobbiamo mantenerci
in un clima di formazione permanente.



105. Se capitasse che,
anche dopo la professione perpetua,
uno di noi desideri lasciare la Congregazione,
si seguirà quanto
è prescritto dal diritto universale;
lo stesso, quando si tratterà di un’assenza
fuori della comunità,
e della dimissione dall’Istituto.

Chi ci lascia non può esigere alcun compenso
per l’attività svolta
durante la sua appartenenza alla Congregazione.

Nei suoi confronti,
avremo un atteggiamento giusto,
fraterno e pastorale.
Lo aiuteremo,
moralmente e materialmente,
a orientarsi verso un altro genere di vita.

Conclusione Il servizio dell'autorità - principi